da: La Voce di Manduria
MANDURIA— La morte del 51enne Madmoudi Abderrazzak, il tunisino ospite della tendopoli manduriana che venerdì sera, mentre rientrava nel campo, è stato investito da un’automobilista di Oria indagata per omicidio colposo, non placa le polemiche sull’indesiderata presenza di immigrati nei due comuni confinanti e sul rimbalzo di responsabilità di chi avrebbe dovuto provvedere ad evitare la tragedia.
Il versante tarantino, in effetti, non ne vuole sapere. «Toccherebbe alla Provincia e non al comune che non ha nemmeno le risorse necessarie» , dichiara in proposito il sindaco di Manduria, Paolo Tommasino Pdl). «E comunque -aggiunge -il problema è far rispettare le regole e basta: mi dispiace dal profondo del cuore per la sorte accaduta al tunisino, ma se fosse rientrato nella tendopoli entro le 19, come dice il regolamento del campo, la tragedia non ci sarebbe stata» .
Torna a farsi sentire Angelo Lippolis, l’imprenditore che nei giorni scorsi ha dato in più occasioni e su più fronti una mano ai migranti; dopo aver diffuso una lettera nella quale dopo aver ripercorso le «colpe» del povero tuinisino, della conducente dell’auto e dell’amministrazione provinciale di Brindisi (per aver sospeso un servizio navetta peraltro non accettato da tutti Oria), chiede retoricamente ministro Maroni di chi sia colpa di questa morte (sottintendendo, evidentemente che sia del ministro stesso e della sua decisione di localizzare tra Manduria e Oria un campo di quel tipo), ha fatto sapere in serata di star organizzando con altri cittadini di Oria e per mezzo di Giovanni Pesce avvocato oritano del prestigioso studio Guarino, una azione legale per chiedere al Tar di annullare i provvedimenti del ministro in base ai quali si è realizzato il campo e di disporre un risarcimento per i cittadini di Oria. Tutt’altro atteggiamento quello degli esercenti oriatani di Confartigianato, che annunciano la creazione di un «Comitato per la sicurezza ed il quieto vivere» e s’invocano controlli antiterrorismo e antidroga» e «ronde in macchina ma anche e soprattutto a piedi nelle piazze e nel centro storico» illustrando lo scenario di una città sotto assedio. Violenze, intimidazioni, molestie, inciviltà, arroganza, furti, danni a cose e al patrimonio, paura, queste e tante altre si legge nella lettera -sono le situazioni che ogni giorno vivono i cittadini oritani all’arrivo delle orde di tunisini» . Da Roma intanto il sottosegretario Mantovano rassicura di aver concordato con il ministro un rafforzamento delle forze di polizia, mentre il presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese ha motivato così la decisione di sospendere il servizio dei bus navetta: «Ci aspettavamo che un servizio simile fosse predisposto anche verso altri comuni, invece così non è stato e tutto il peso riveniente dalla presenza di extracomunitari stava ricadendo unicamente sulla comunità di Oria».
Nel frattempo ieri la salma di Abderrazzak è stata esaminata dal perito della Procura di Taranto, Marcello Chirone. Il medico legale ha estratto dei campioni per la ricerca tossicologica e alcolemica nel sangue. Intanto dalla Tunisia sta arrivando la moglie con due figli mentre un terzo figlio, il maggiore, è in viaggio dall’Olanda dove Madmoudi lo avrebbe raggiunto se non fosse morto su quella strada buia e stretta dopo aver superato rischi peggiori sulla carretta del mare che lo aveva portato in Italia.
Nazareno Dinoi